“BREXIT”: NON SI PIANGE SULLA PROPRIA STORIA, SI CAMBIA ROTTA!

“La vittoria del leave nel referendum inglese, seppur con un margine di pochi punti percentuale, è una grave sconfitta per l’Europa e per gli europeisti. Ma sarà una sconfitta ancora più grave se non sapremo cogliere i motivi di fondo che ha spinto la maggioranza del popolo britannico a decidere di uscire dall’Unione”.

1 luglio 2016

Così ha commentato il voto inglese Carla Rey, Segretario generale dell’AICCRE, in un comunicato stampa. “Non è in crisi il concetto di Europa, ma è in grave difficoltà questa Unione nata e sviluppata secondo principi funzionalisti, che nel corso degli anni ha prodotto un grave deficit democratico. Dalle sconfitte come questa abbiamo l’obbligo morale e politico di rialzarci e ripartire, e dobbiamo farlo in fretta, prima che altri Paesi decidano di seguire l’esempio della Gran Bretagna. Non si piange sulla propria storia, si cambia rotta, scriveva Spinoza”.

“Lo diciamo da sempre, come AICCRE – ha proseguito la Rey, “ma oggi lo facciamo alzando la voce: l’Unione europea non può essere una equazione e cioè la somma di governi nazionali ma deve dotarsi di un obiettivo politico comune ed ambizioso e di un percorso preciso per raggiungerlo. Non è più tempo di “se” e di “ma”: dobbiamo tutti insieme remare nella stessa direzione: l’Europa federale. Occorre ripartire immediatamente dai concetti del “Manifesto di Ventotene”, che soprattutto oggi assumono un carattere di straordinaria attualità”.

“Bisogna essere pragmatici, però – precisa la dirigente dell’AICCRE, visto il momento delicato – l’UE deve immediatamente dare un segnale forte: non è una caso che la sconfitta dell’Europa in Gran Bretagna sia stata decretata soprattutto dagli anziani e dalle classi sociali meno abbienti: l’Unione europea deve risolvere innanzitutto i problemi della disoccupazione e della povertà. Deve inoltre cambiare passo sulla questione migranti: non si può affrontare il problema seguendo una logica emergenziale, ma occorre un piano ambizioso e di lungo termine che coinvolga maggiormente gli enti locali e regionali ed i cittadini. L’Europa unita è una forza di per se stessa ma anche per i Paesi terzi: dobbiamo promuovere, insieme all’accoglienza, scambi e cooperazione”.

“L’AICCRE, in questo senso, dispone di una piattaforma ad hoc che serve proprio a realizzare questo ideale, si tratta di ‘Platforma’ e si occupa di costruire progetti concreti tra enti locali europei e dei Paesi Terzi. Solo così si eviterà l’Europa dei muri e si svilupperà quella dell’inclusione”.

“Inoltre – continua il Segretario generale – le istituzioni europee comunichino meglio se stesse ai cittadini: abbiamo la percezione che essa non venga percepita dalle nostre comunità come un valore aggiunto, ma come un entità che consegna regole e burocrazia. Si rafforzino i poteri del Parlamento europeo e si crei un vero governo europeo, eletto dai cittadini. Da parte nostra, abbiamo già iniziato sul territorio italiano una serie di azioni concrete che vanno, tra l’altro, nel segno di sensibilizzare e formare gli amministratori locali sulle numerose opportunità economiche e di sviluppo che offrono i programmi comunitari”.

Inoltre, “abbiamo stretto rapporti più stretti con le istituzione nazionali e dell’Unione europea e con il CCRE, la nostra organizzazione europea, per fare in modo che i nostri enti locali partecipino da protagonisti nel law making process comunitario. Solo così si potrà salvare l’Unione europea: i cittadini britannici ci hanno offerto una grande opportunità: quella di capire i nostri errori e di correggerli”.

La palla passa a noi, conclude la Rey: “solo con un gioco di squadra e dal basso, con il coinvolgimento della gente, riusciremo a realizzare una Unione europea vicina a tutti noi”.