GLI ENTI LOCALI SIANO I PROTAGONISTI DELLA NUOVA EUROPA

Intervenendo, a Roma, alla direzione nazionale dell’ AICCRE, l’Associazione italiana per il consiglio dei Comuni e della Regioni d’Europa, il presidente della Federazione regionale, Franco Brussa ha affermato che mai, come in questi ultimi mesi, l’idea di un Europa unita e federale, si sia trovata messa in discussione, sia da parte di importanti realtà politico-istituzionali, se non addirittura da alcuni Stati membri (la Brexit), sia da parte dell’opinione pubblica.

15 marzo 2017 – Udine

“Le difficoltà di questi ultimi anni, alcune contingenti, quali la crisi economica, altre epocali, quali i fenomeni migratori – ha detto Brussa – ci devono convincere sempre più della necessità e dell’importanza di tornare ad investire con forza nell’idea europeista, a partire, magari, dalla rilettura della storia europea attraverso i gesti, i valori e le vite delle persone che l’hanno costruita, per sapere guardare avanti con maggior fiducia”.

Ricordando che il prossimo 25 marzo saranno 60 anni dai trattati di Roma, i quali diedero vita alla Comunità Economica Europea (CEE) e alla Comunità Europea per l’Energia Atomica ( EURATOM), podromi di quello che diventerà poi l’Unione Europea vera e propria, Brussa ha sottolineato come quell’anniversario rischi di rappresentarne male il ricordo e il grande significato storico, se continueranno le divisioni le contrapposizioni interne all’Unione.

Ecco allora la necessità, a suo giudizio, di rilanciare il ruolo dell’AICCRE che, in coerenza con le proprie finalità statutarie, ritrova oggi tutta la ragione del suo esistere ed ha l’opportunità e il dovere, di continuare il cammino di stimolo e di accompagnamento delle istituzioni e in particolare delle comunità locali, nella costruzione di una Europa diversa. Diversa, non nei principi, che restano tutt’ora pinamente validi, quanto negli atteggiamenti, nelle scelte, nelle volontà, di cui abbiamo, in realtà davvero tanto bisogno e da cui non possiamo più prescindere se è vero, come è vero, che oramai quasi l’80 per cento dei provvedimenti legislativi del nostro Paese, sono a riferimento e di applicazione di norme ed indirizzi europei.

“Mai come ora – ha esortato il presidente AICCRE– gli enti locali e le istituzioni regionali, devono tornare protagonisti, in quanto più prossimi alla vita quotidiana dei cittadini . Senza enti locali ed istituzioni regionali protagoniste, avremo un Europa sempre più con gravi limiti, dove l’interesse nazionale finirà, inevitabilmente, per prevale su quello europeo e su quello delle comunità locali”.

E’ chiaro che per fare questo, ci vuole il convergere di tante volontà, specie di quelle che partono dall’alto, ma Brussa si è detto convinto che se anche altre realtà, che partono dal basso, quali possono essere i movimenti, le associazioni, le organizzazioni in genere che, in qualche modo, hanno a riferimento, nel loro agire, i principi che hanno ispirato la nascita dell’Europa unita o, magari, i principi del federalismo europeo, si convincessero alla necessità di accompagnare questo processo, anche chi sta più in alto, non potrebbe far finta di niente.

“Certo, per far questo ed essere credibili – ha continuato – essi dovrebbero, alla luce del momento storico che viviamo, saper mettere da parte i particolarismi, gli egoismi, gli elitarismi, per aprirsi ad un lavoro comune e condiviso, per parlare di Europa e dei suoi valori, ai cittadini, in modo semplice, vero, diretto, convincente”.

In questo senso l’AICCRE, pur con le sue modeste forze, può svolgere, a parere dello stesso Brussa, una sorta di ruolo di riferimento, di ponte, essendo l’unica associazione che rappresenta e unisce i Comuni, le Province, le Regioni e che può aprirsi e collaborare con queste realtà, costruendo iniziative, progetti, stimolando mondi quali la scuola, prima di tutto, ma anche altre realtà educative e culturali.

Come anche un diverso e rafforzato ruolo degli organismi europei, rappresentativi del sistema delle realtà ed enti locali e regionali, quali il CPLRE e il Comitato delle Regioni, appare a Brussa decisivo.

“La pacifica convivenza dei popoli, la libera circolazione delle persone e delle idee, un’ ecologia integrale per lo sviluppo sostenibile, unitamente a salvare vite e contrastare il terrorismo – ha detto ancora – sono le sole che possono salvare e rilanciare l’Europa stessa. Ecco, quindi, la necessità che il sistema degli enti locali, attraverso forme di gemellaggi, collaborazioni, progettazioni comuni, coinvolgendo anche realtà associative, sociali, culturali, imprese ed altro – ha concluso Brussa – trovi nuovo slancio e dia vita ad una rete sempre più estesa di azioni concrete che dimostrino come l’Europa Unita, non solo non sia un limite al nostro vivere comune, ma sia una risorsa necessaria ed imprescindibile per un futuro di pace e di sviluppo economico, sociale, delle persone”.

 

Fonte: www.info.fvg.it