Un Presidente federalista

Grande soddisfazione da parte dell’AICCRE per il discorso tenuto oggi dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano alla plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo.

“Le parole espresse dal Capo dello Stato, che hanno rimesso con forza il processo di integrazione europea nella giusta prospettiva politica democratica e federalista, siano uno stimolo ulteriore per le forze politiche e la società civile italiana per far avanzare decisamente il processo di integrazione europea ed allontanarlo definitivamente dalla cappa irresponsabile e demagogica di chi vorrebbe uscire dalla zona euro. L’AICCRE si augura, in questo senso, che Il semestre di presidenza UE dell’Italia sia denso di iniziative e di imput politici. Raccogliendo l’appello lanciato oggi dal Presidente per una Europa più vicina ai cittadini, l’AICCRE è pronta a proseguire e rafforzare il proprio impegno sessantennale con più forza e determinazione convinta, come lo stesso Presidente, che, seppure con le sue carenze, la costruzione europea non solo sia un processo irreversibile ma soprattutto migliorabile”.

Riportiamo alcuni brani significativi del discorso di Napolitano: “Trent’anni fa, esattamente trent’anni fa in quest’Aula – lasciate che lo ricordi – Altiero Spinelli riuscì a far esprimere al Parlamento europeo questa capacità di leadership con il progetto di Trattato che porta il suo nome. L’occasione non fu allora raccolta : ma la sua ispirazione costituzionale ha continuato a vivere e a contare. Anche perché la sua idea di Europa federale non aveva nulla a che fare con lo spauracchio agitato da varie parti di un super-Stato centralizzato. Molta strada dal 1984 ad oggi è stata dunque fatta. Ma restano da vincere ancora dure battaglie politiche, se non contro possibili ritorni di nazionalismi aggressivi, certamente contro persistenti egoismi e meschinità nazionali, contro ristrettezze di vedute, calcoli di convenienza e conservatorismi anacronistici, quotidianamente riscontrabili nelle classi dirigenti nazionali.” [ …]

“Se quello che oggi stiamo vivendo e si manifesterà nell’imminente confronto elettorale, è – come ho detto all’inizio – un momento della verità per la causa dell’unità e del futuro dell’Europa, condizione decisiva del successo è una nuova, più forte e decisa, volontà politica comune, capace di trasmettere alle più vaste platee di cittadini le ragioni storiche e le nuove motivazioni del progetto europeo. Trasmetterle razionalmente ed emotivamente : deve trattarsi cioè di un messaggio appassionato, profondamente sentito, come quello consegnatoci da grandi immagini dei passati decenni. Quella, ad esempio, di François Mitterrand ed Helmut Kohl che rendono omaggio, mano nella mano, ai caduti nella terribile battaglia di Verdun durante la prima guerra mondiale. Si è scritto che quei “due grandi Europei erano impregnati di sentimento tragico della Storia” : di lì il loro europeismo, fino all’accordo sull’unificazione tedesca e sulla moneta unica. Ma di quel sentimento erano “impregnati” tutti i padri fondatori dell’Europa comunitaria, firmatari della Dichiarazione Schuman del maggio 1950, fautori della prospettiva di una Federazione europea”.